Sincronie 2008 - Vari luoghi - Milano 08, 14 e 15.11.2008

Report by Gilly Sephira – Pics by Drex

L’attesissimo Sincronie si è presentato in tre serate aventi ognuna diverse peculiarità.

La prima di queste Orizzonte degli eventi si è svolta Sabato 8 Novembre presso la Sala delle Colonne del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.
Il pubblico è stato sistemato ai lati della navata centrale, di modo che gli artisti e i loro strumenti potessero trovare posto lungo quasi tutta la sala; questa disposizione dava l’idea che la sala fosse più grande e ha favorito anche un gioco di luci interessante, un costante spostare l’attenzione, quasi come se i vari artisti dialogassero tra loro anche attraverso il pubblico.
Appesi al soffitto della navata centrale vi erano dei teloni bianchi sui quali venivano proiettati i visual che rimandavano a paesaggi cosmici e astratti.

La selezione musicale è rimasta più su un repertorio classico, piuttosto che sperimentale; le tipologie di strumenti erano però varie.
Gli ottoni davano sensazioni di correre indietro nel tempo, rumori di porte che si aprono e si chiudono su una via sconosciuta, increspature, l’apparire della materia nell’universo, timbro interrogativo e inquietante.
Armoniosi invece sono gli archi, singolarmente coinvolti in un proprio turbinio circolare; stabiliscono un ritmo di espansione e contrazione, della progettazione allegra di tutte le cose, leggeri ed ininterrotti; il cambiamento e la staticità, la lentezza e la velocità.
Le percussioni si fanno largo tra le melodie che si sviluppano nella superficie e stabilizzano ciò che non è manifesto, come il pulsare di una foresta oscura, non compresa nel normale spettro visibile all’occhio umano; battiti che vengono dalla non luce.

Un pianoforte viene pettinato generando suoni striscianti accompagnati talvolta da sillabe spontanee trascinate anch’esse a fil di voce; rullate che si mescolano nell’opaco e qualche forma pensiero si crea ancora…
Il suono acido e troncato di una chitarra a doppio manico, sembra esprimersi a frasi; ogni frammento sonoro potrebbe essere invertito con un altro per creare nuove sequenze…Il principio di indeterminazione.

Musiche di: H. von Bingen, G. Crumb, I. Dumitrescu, G. de Machaut, L. Manfrin, O. Messiaen, R. Nova, T. Riley, M. Viel
Direttore: Piergiorgio Bernasconi
Quartetto di Torino, Icarus Ensemble, pianoforte: A.Carnevali
Chitarra elettrica: A. Menafra
Visual: F. Volpi

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La seconda serata, SPACE (and) ART: Azioni dentro e fuori l'orbita terrestre, si è svolta Venerdì 14 Novembre invece allo spazio O’ sito nel quartiere Isola (Milano) ed è ruotata interamente attorno a video concernenti le azioni dentro e fuori l’orbita terrestre, la microgravità, l’altitudine… Ogni video era introdotto da una spiegazione da parte Rob La Frenais, di Arts Catalyst, organizzazione che si occupa dell’interazione tra arte e scienza e che ha fornito alcuni dei suoi documenti.

Il primo video Seaeclipse era un collage di 37 video creati da artisti che erano stati invitati ad esprimersi a seguito dell’eclisse totale di sole avvenuta nel 1999.
Gli artisti e i ragazzi non vedenti erano stati condotti in mezzo al mare per assistere all’evento.
Fra i video apparivano anche diverse interviste ad individui ciechi, che descrivevano le sensazioni provate durante l’eclisse; sono stati colpiti soprattutto da una sorta di modificazione dello spazio intorno a loro.
I vari video sono tutti completamente diversi uno dall’altro; il fermarsi del tempo, la catastrofe, l’allegoria Sole e Luna, le espressioni umane, l’essere sulla Terra…

Gravitation Off si sviluppa su un piano più sottile, poiché viene abbandonato il suolo terrestre utilizzando un velivolo per solcare i primi strati dell’atmosfera partendo dalla superficie e sperimentare la microgravità.
Artisti diversi e scienziati sono stati coinvolti in questa esperienza; mentre l’aereo era in quota la gravità era tolta e si vivevano periodi di trenta secondi in cui ognuno creava, sentiva, volava, danzava, si muoveva, comunicava…

Space Baby ruota attorno all’investigazione della natura del sonno nella situazione di viaggio nello spazio per un lungo periodo di tempo; gli esperimenti sono stati effettuati su due soggetti (uomo e donna adulti).
Il tono di questo assume anche connotati più metafisici; un viaggio verso le stelle, il corpo che genera tempo tramite il battito cardiaco, il viaggio nel tempo equivale al viaggio nello spazio, il cuore non si muove mai, gli eventi sono bloccati nell’assenza di gravità, allucinazioni genetiche…

Spacetravel vede protagonista una semplicissima sedia blu, che viene fatta gravitare fino ad arrivare alla stratosfera; la sedia però non è comune, perchè è molto leggera e funziona come un pendolo.
La scena viene ripresa dall’inizio alla fine con una telecamera, che viene fatta quindi andare in orbita con la sedia; si sente solamente il suono del GPS della camera.
Una volta raggiunta la stratosfera la sedia si comincia a rompere e di botto va in orbita scomparendo dall’angolo di campo della telecamera.
È stato particolarmente interessante il senso di vertigine, molto forte in alcuni momenti del video.

L’ultimo video ritraeva l’idea di Alexandra Mir di costruire un razzo utilizzando rottami e materiali di scarto, come enormi tubi, cisterne arrugginite, gomme di trattori etc.

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La terza e ultima serata, Radioastronomy, ha avuto luogo Sabato 15 Novembre 2008 presso la Casa dell’Energia (Milano); sono stati presentati progetti musicali con e senza visual e video in simbiosi con l’aspetto musicale ad opera di numerosi artisti e collettivi. Circondati da un ottimo surround.
Introduzione ad opera di un brevissimo (purtroppo), ma intenso, set di Otolab (Omaggio a Scelsi), con suono e rumore in crescendo e seguendo il visual sembra di rincorrere una cometa nell’universo e arrivare ad una piramide in cui tutta la luce ha inizio.
Seguono due momenti diversi di sospensione completa, il primo di Honor Harger (Radio Astronomy) e il secondo di TeZ (reSUNance).
Il pezzo della Harger è sperimentale e infinitamente minimale, ambient, glitch; ogni suono è curato alla perfezione e sta esattamente dove deve stare.
La performance era priva di visual…Uno stagno soffuso, disturbo lento del vento solare, segnale distorto, si accorciano le distanze perché tutto comincia a contrarsi, bruciano orologi sconosciuti che ticchettano intorno in luoghi differenti, flussi di cristalli di ghiaccio secco…
Harger abbandona le macchine per dare spazio ad un artista invisibile (TeZ) che sperimenta dietro le quinte delle quinte qualcosa che può sembrare un esperimento di psicologia di massa; invadente, potente, ci si immerge dentro e c’è il desiderio di continuare a rimanere rapiti da qualcosa di indefinito, che si protrae per un tempo considerevole – totalmente improvvisato.

Dopo una pausa quasi indesiderata si assiste ad un brano contermporaneo di NGC 253 per suoni elettronici di Martino Traversa ed a seguire una serie di video prelevati dall’archivio del progetto audiovisivo Optofonica (tra i molti ricordiamo Kolgen, Kurokawa, Otolab, Lagherinch Ulf, Werck…). Ciò che caratterizza questi video è la completa simbiosi tra immagine e musica; quest’ultima ha solitamente caratteristiche molto pesanti e scure, rumorose, potenti e penetranti, oppure cambia radicalmente seguendo un’impostazione più minimal, fluida e ambient/melodica.

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